mercoledì 1 ottobre 2014

Il cambiamento psicologico dovuto al capitalismo



Lo sviluppo economico del capitalismo fu accompagnato da significativi mutamenti psicologici. Verso la fine del Medioevo uno spirito di irrequietezza cominciò a pervadere la vita della gente. Cominciò a svilupparsi il concetto moderno di tempo. I minuti divennero preziosi; un sintomo di questo nuovo senso del tempo è il fatto che a Norimberga sin dal sedicesimo secolo gli orologi suonino i quarti d'ora. L'avere tanti giorni festivi cominciava a sembrare una sfortuna. Il tempo era cosi preziosa che si aveva l'impressione di non doverlo spendere se non per scopi utili. Il lavoro divenne sempre più un valore supremo. Maturò un nuovo atteggiamento verso il lavoro, tanto forte che la classe media cominciò a provare indignazione per l'improduttività economica delle istituzioni della Chiesa. Gli ordini mendicanti provocavano risentimento perchè apparivano improduttivi, e perciò immorali.
L'idea dell'efficienza diventò una delle più alte virtù morali contemporaneamente il desiderio di ricchezza e successo materiale diventò la passione onniassorbente. <<Tutto il mondo, dice il predicatore Martin Butzer, corre dietro quei commerci e quelle occupazioni che portano il massimo guadagno. Lo studio delle arti e delle scienze viene messo da parte a vantaggio del genere più basso di lavoro manuale. Tutti i cervelli brillanti, dotati da Dio della capacità di condurre studi più nobili, vengono assorbiti dal commercio, che oggigiorno è cosi saturo di disonestà da essere diventato l'ultimo mestiere a cui un uomo onorevole dovrebbe dedicarsi.>>
Ora, con l'inizio del capitalismo, tutte le classi della società si misero in moto. Non c'era più un posto fisso nell'ordine economico che potesse esser considerato naturale, indiscutibile.L'individuo era abbandonato a se stesso; tutto dipendeva dal suo sforzo personale, non dalla sicurezza del suo prestigio tradizionale.
Questo sviluppo, tuttavia, aveva su ciascuna classe effetti diversi. Per i poveri delle città, gli operai e gli apprendisti, significava crescente sfruttamento e impoverimento; anche per i contadini comportava una maggiore pressione economica e personale; la bassa nobiltà si trovava davanti ala rovina, sebbene in modo diverso. Mentre per queste classi il nuovo sviluppo era molto più complicata per la classe media urbana. Molti artigiani e piccoli commercianti dovevano affrontare la superiore potenza dei monopolisti e di altri concorrenti forniti di maggiore capitale, e fu sempre più difficile per loro restare indipendenti. Spesso si trovavano a lottare con forze soverchianti, e per molti di loro era una lotta disperata. Altri settore della classe media erano più prosperi e partecipavano alla generale verso l'alto del capitalismo in ascesa. Ma la crescente importanza del capitale, del mercato e della concorrenza rendeva insicura, isolata e piena di ansietà anche la situazione personale di questi ultimi.
Il fatto che il capitale assumesse un'importanza decisiva significava che una forza sovrapersonale determinava il loro destino economico e quindi il loro destino personale. Il capitale << aveva cessatp di esser servo ed era diventato padrone. Assumendo una vitalità distinta e indipendente, rivendicava il diritto del socio maggiore a imporre l'organizzazione economica più confacente alle sue esigente>>.
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La crescente importanza della concorrenza era, in questo contesto, un altro fattore di rilievo. Certamente la concorrenza non era del tutto mancata nella società medioevale, ma il sistema economico feudale si fondava sul principio della collaborazione ed era governato- o imprigionato- da norme che frenavano la concorrenza. Con l'ascesa del capitalismo questi principi medievali cedettero sempre più al principio dell'iniziativa individuale. Ogni individuo doveva tentare la sorte: doveva nuotare o andare a fondo. Gli altri non erano alleati a lui in una comune iniziativa, e perciò diventavano concorrenti, e spesso gli si poneva la scelta di distruggerli o di venirne distrutto.
La vita non viene più vissuta in un mondo chiuso ruotante intorno all'uomo; il mondo è diventato illimitato e al tempo stesso minaccioso.


Da "Fuga dalla libertà" di Erich Fromm

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